Guido Cagnacci nasce a Sant'Arcangelo di Romagna nel 1601; personalità inquieta e litigiosa, capace di passioni violente e scosso da profonda spiritualità, è stato un'anima errante. A questo originale mix di passioni e spiritualità e al fatto di essere stato a scuola da molti senza divenire mai discepolo di alcuno si debbono capolavori che sfuggono alle classificazioni, in bilico tra il naturalismo drammatico di Caravaggio e la bellezza virtuosa di Guido Reni. Un protagonista del Seicento, affascinato dal senso enigmatico delle cose ma anche smanioso di esprimere il vero dei sentimenti, delle emozioni, con l'ardire di raccontare l'anima, le passioni e gli affetti raffigurando i corpi in modo già moderno.
La mostra costituisce la più grande monografica a lui dedicata. In oltre 80 opere si ricostruisce l'intero percorso dell'artista, dagli inizi nella terra natale, toccata da fermenti naturalistici, a Roma, dove si reca in compagnia del Guercino, venendo a contatto con le opere di Caravaggio e dei caravaggeschi (qui realizza prevalentemente opere sacre). La fama ormai raggiunta lo porta a Bologna, dove si misura con i risultati di Guido Reni, da cui desume una monumentalità che si accompagna alla carnalità. In seguito privilegia il nudo femminile (per i quali tutti lo ricordano; in mostra, tra tanti, “La Maddalena penitente” della Galleria Nazionale d'arte Antica di palazzo Barberini e “La morte di Cleopatra” dal Kunsthistorisches Museun di Vienna), che lo porteranno a lavorare in ambienti di grande libertà, come Venezia e Vienna.
La mostra, curata da Antonio Paolucci e Daniele Benati, segue quelle di Palmezzano e Lega, utilizzando lo stesso “modello”: si parte da un argomento “locale” su cui si costruisce un'esposizione “nazionale” nell'epigrafe e nei contenuti. Si dimostra, con l'evidenza delle opere e con l'efficacia dei confronti, che Cagnacci è stato protagonista del suo secolo: i confronti clamorosi (Caravaggio, i Gentileschi, Guido Reni, Simon Vouet, Guercino) dimostrano che l'autore dei prodigiosi teleri della Madonna del Fuoco nel duomo di Forlì si misura con quei grandi alla pari, in un rapporto di appassionata competizione.
Mi hanno colpito due “David con la testa di Golia”: il primo da collezione privata vestito da paggio, il secondo da Columbia, South Carolina, nella identica posizione, seminudo.
Forlì, Musei di San Domenico, fino al 22 giugno 2008, aperta da martedì a venerdì dalle 9,30 alle 19, sabato, domenica e festivi dalle 9,30 alle 20, lunedì chiuso, ingresso euro 9,00, catalogo SilvanaEditoriale, infoline 199.199.111, sito internet www.guidocagnacci.com
La mostra costituisce la più grande monografica a lui dedicata. In oltre 80 opere si ricostruisce l'intero percorso dell'artista, dagli inizi nella terra natale, toccata da fermenti naturalistici, a Roma, dove si reca in compagnia del Guercino, venendo a contatto con le opere di Caravaggio e dei caravaggeschi (qui realizza prevalentemente opere sacre). La fama ormai raggiunta lo porta a Bologna, dove si misura con i risultati di Guido Reni, da cui desume una monumentalità che si accompagna alla carnalità. In seguito privilegia il nudo femminile (per i quali tutti lo ricordano; in mostra, tra tanti, “La Maddalena penitente” della Galleria Nazionale d'arte Antica di palazzo Barberini e “La morte di Cleopatra” dal Kunsthistorisches Museun di Vienna), che lo porteranno a lavorare in ambienti di grande libertà, come Venezia e Vienna.
La mostra, curata da Antonio Paolucci e Daniele Benati, segue quelle di Palmezzano e Lega, utilizzando lo stesso “modello”: si parte da un argomento “locale” su cui si costruisce un'esposizione “nazionale” nell'epigrafe e nei contenuti. Si dimostra, con l'evidenza delle opere e con l'efficacia dei confronti, che Cagnacci è stato protagonista del suo secolo: i confronti clamorosi (Caravaggio, i Gentileschi, Guido Reni, Simon Vouet, Guercino) dimostrano che l'autore dei prodigiosi teleri della Madonna del Fuoco nel duomo di Forlì si misura con quei grandi alla pari, in un rapporto di appassionata competizione.
Mi hanno colpito due “David con la testa di Golia”: il primo da collezione privata vestito da paggio, il secondo da Columbia, South Carolina, nella identica posizione, seminudo.
Forlì, Musei di San Domenico, fino al 22 giugno 2008, aperta da martedì a venerdì dalle 9,30 alle 19, sabato, domenica e festivi dalle 9,30 alle 20, lunedì chiuso, ingresso euro 9,00, catalogo SilvanaEditoriale, infoline 199.199.111, sito internet www.guidocagnacci.com